Lenvatinib nel trattamento del carcinoma tiroideo differenziato, adenocarcinoma polmonare fusione-RET, carcinoma a cellule renali
I pazienti con tumore alla tiroide differenziato, refrattario al radioiodio, trattati con Lenvatinib ( Lenvima ) hanno presentato maggiore riduzione del tumore nei siti bersaglio delle metastasi ( polmone, fegato, linfonodi e ossa ), nei sottogruppi di analisi esplorativa dello studio pilota di fase III SELECT, presentato al Congresso dell’ESMO ( European Society for Medical Oncology ) del 2016.
Nell’Unione europea Lenvatinib è indicato nel trattamento dei pazienti adulti con carcinoma tiroideo differenziato ( DTC ) avanzato o metastatico ( papillare, follicolare, a cellule di Hurthle ), refrattario allo Iodio radioattivo ( RAI ).
Nelle sottoanalisi, i pazienti hanno mostrato maggiore riduzione del tumore in tutti i siti bersaglio in seguito al trattamento con Lenvatinib rispetto al placebo.
La variazione massima media nella somma delle lesioni bersaglio dal basale nei pazienti trattati con Lenvatinib rispetto al placebo è stata: polmoni -15.1mm vs 1.4mm; fegato -17.7mm vs 2.5mm, linfonodi -17.4mm vs 0.8mm e nelle ossa -6.7mm vs 3.4mm.
I tumori sono stati valutati tramite analisi radiologica indipendente al basale e a intervalli di otto settimane.
In uno studio sperimentale di fase II, Lenvatinib ha mostrato attività nei pazienti con adenocarcinoma polmonare fusione-RET positivo.
L’adenocarcinoma è un tipo di carcinoma polmonare non a cellule piccole, una delle forme di tumore al polmone più comuni.
Le fusioni-RET attivano il recettore tirosin chinasi del gene RET e avvengono solo nell’1-2% dei pazienti.
Lenvatinib è un inibitore multichinasico che comprende il gene RET tra i suoi bersagli.
Venticinque pazienti con adenocarcinoma polmonare fusione-RET positivo hanno ricevuto Lenvatinib 24 mg/die in cicli di 28 giorni fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile.
L’endpoint primario era il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) e i pazienti trattati con Lenvatinib hanno registrato un valore pari al 16%.
Ventitrè pazienti ( 92% ) hanno registrato eventi avversi emergenti dal trattamento ( TEAE ) di grado maggiore o uguale a 3.
Gli eventi avversi emergenti dal trattamento più comuni comprendevano ipertensione ( 68% ), nausea ( 60% ), riduzione dell’appetito ( 52% ), diarrea ( 52% ), proteinuria ( 48% ) e vomito ( 44% ).
Dei tre eventi avversi ad esito fatale, uno era possibilmente correlato a Lenvatinib ( polmonite ).
Un ulteriore studio ha valutato il coinvolgimento delle vie di segnalazione VEGFR e FGFR nella crescita tumorale e nell’angiogenesi del xenotrapianto di carcinoma umano a cellule renali trattato con l’associazione Lenvatinib ed Everolimus.
I risultati hanno evidenziato che l’attività combinata di Lenvatinib ed Everolimus si basa sul potenziamento dell’inibizione dell’angiogenesi indotta da VEGF e FGF e sull’impatto simultaneo dell’attività antiangiogenica di Lenvatinib e di quella antiproliferativa di Everolimus.
Questi dati hanno suggerito anche la partecipazione di entrambe le vie ( FGFR e VEGFR ) nell’attività combinata di Lenvatinib ed Everolimus in modelli di xenotrapianto di carcinoma umano a cellule renali.
L’associazione Lenvatinib ed Everolimus è stata approvata nell’Unione europea per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma a cellule renali avanzato a seguito di una precedente terapia mirata anti-VEGF ( fattore di crescita dell’endotelio vascolare ).
Uno studio in aperto, multicentrico, di fase 1b, sta analizzando la dose massima tollerata di Lenvatinib, quando usato in associazione con Pembrolizumab in tumori solidi selezionati.
In questo studio, i pazienti ( maggiore o uguale a 18 anni ) con carcinoma polmonare non a piccole cellule ( n=2 ), tumore delle cellule renali ( n=8 ), carcinoma endometriale ( n=2 ) e melanoma ( n=1 ) hanno ricevuto 24mg/die, 20mg/die o 14mg/die di Lenvatinib e 200mg di Pembrolizumab una volta ogni tre settimane.
Lenvatinib aveva una dose massima tollerata di 20mg/die quando veniva usato con Pembrolizumab.
Lenvatinib è un inibitore multichinasico orale del recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare 1-3, del recettore del fattore di crescita dei fibroplasti 1-4, alfa recettore del fattore di crescita piastrino-derivato e dei proto-oncogeni RET e KIT. ( Xagena2016 )
Fonte: Eisai, 2016
Onco2016 Endo2016 Pneumo2016 Uro2016 Nefro2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Opdivo a base di Nivolumab nel carcinoma polmonare: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Opdivo a base di Nivolumab nel carcinoma polmonare: precauzioni, fertilità, gravidanza e allattamento
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale umanizzato impiegato nel trattamento di diversi tipi di neoplasia. Si lega al...
Nivolumab nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso: studio di fase 3 randomizzato versus Docetaxel CA209057
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del tumore al polmone non-a-piccole cellule...
Nivolumab nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule squamoso: studio randomizzato di fase 3 versus Docetaxel CA209017
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg come agente singolo per il trattamento del tumore del...
ASCO24 - Il consolidamento con Durvalumab nel carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato ha migliorato la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione. Studio ADRIATIC
Lo studio ADRIATIC ha dimostrato che il trattamento di consolidamento con Durvalumab ( Imfinzi ) dopo chemioradioterapia concomitante ha migliorato...
Studio EVOKE-01: Sacituzumab govitecan versus Docetaxel nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule metastatico precedentemente trattato
Lo studio di fase III EVOKE-01 ha mostrato un miglioramento numerico ma non statisticamente significativo della sopravvivenza globale con Sacituzumab...
Tecentriq a base di Atezolizumab nel trattamento di: cancro uroteliale, cancro del polmone non-a-piccole cellule, cancro a piccole cellule polmonare, cancro mammario triplo negativo, carcinoma epatocellulare
Tecentriq è un medicinale che contiene il principio attivo Atezolizumab, ed è impiegato nel trattamento delle seguenti forme di cancro:...
Sunvozertinib per i pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico pretrattato con Platino e mutazione da inserzione dell'esone 20 di EGFR - Studio di fase 2 WU-KONG6
Sunvozertinib è un inibitore orale, irreversibile e selettivo della tirosina chinasi che presenta un profilo di sicurezza favorevole e un'attività...
Studio NADIM II: trattamento neoadiuvante con Nivolumab più chemioterapia basata su Platino versus sola chemioterapia nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule operabile in stadio IIIA o IIIB
Il 20% circa dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) riceve una diagnosi in stadio III. In...